IL FANTASMA






IL CASTELLO DI SAINT PAUL ED IL SUO FANTASMA
 Uno spettrale castello circondato da un ampio cortile dove sorge una singolare buca per il fuoco, il Maniero è la location ideale per una festa tra amici all’insegna del brivido.... Votata la più misteriosa casa di St. Paul dal Pioneer Press. Il Manor dispone di un ampio cortile chiuso con un pozzo del fuoco, un'area picnic e parcheggio fuori strada. Vicino a al centro di St. Paul e di Minneapolis, è a 10 miglia da MSP International Airport. Caratteristico e affascinante sono alcune delle parole usate per descrivere questo luogo unico. Un luogo fuori dal tempo. Un sacco di opzioni di trasporto di massa, la linea di autobus è a soli 1 1/2 isolati di distanza e la metropolitana leggera è in procinto di aprirsi tra Minneapolis e St. Paul e si trova a circa 12 isolati . E da buon Manor ha il suo abitante occulto che per gli amanti del brivido la sfida è essere ospiti e cercare di scoprire di chi è quell'ombra scura he si presenta tra le 11 e mezzanotte nel salone...

ARMIDA DI TRANI

Castello di Trani. Il castello pare sia infestato dal fantasma di Armida, una dama dai capelli scuri e dagli occhi azzurri. Costei,innamoratasi di un cavaliere, venne scoperta dal marito che, dopo aver pugnalatoil suo amato, la rinchiuse in una cella dove morì per lo sconforto.
ANDREA IL DECAPITATO DI PALAZZO CHIAROMONTE
Palazzo Chiaramone
 A Palermo in Sicilia nel palazzo di Chiaramonte si svolsero numerosi fatti cruenti. Uno dei quattro Vicari del Regno succeduti a Federico III, Andrea, venne decapitato proprio in questo luogo. Il Conte di Modica Bernardo Chiabrera cercò invano di usar violenza a Bianca di Navarra. Il popolo in rivolta gettò fuori dalle finestre i giudici della Gran Corte e addirittura il Tribunale dell’Inquisizione.


 ALOISIA
Grazzano Visconti. Risponde al nome di Aloisia. Piccoletta, ben in carne, le braccia conserte, da1 suo basamento sito nei pressi della piazza del Biscione occhieggia oggi verso i turisti. Le sembianze della statua che la raffígura sono fedeli al ritratto che fece di sé, guidando la mano di un medium nel corso di una seduta spiritica. “Io sono Aloisa e porto Amore e profumo alle Belle che donano il loro sorriso a Grazzano Visconti”. Di notte - così dice la storia che viene tramandata - si rifugia tra la mura del castello e si comporta in maniera assai manesca, tirando i piedi e schiaffeggiando gli ospiti, a meno che questi le facciano dei doni, appendendo alla statua, posta in una delle stanze, collane e monili, che ne appaghino la vanità di spettro femminile. Ecco dunque che la statua della Aloisa castellana sfoggia, con fare civettuolo i doni dei previdenti ospiti che - credere o non credere hanno comunque preferito ingraziarsi lo spettro
AGRIPPINA
Agrippina minore (lat. Iulia Agrippina). Nelle acque di Baia (litorale flegreo) c’è la famosa Tomba di Agrippina la cui statua è stata ritrovata nelle acque circostanti. Nelle chiare notti di luna, specie in estate, il fantasma della bella Agrippina si materializza sull’acqua. Dicono che ritorni per incontrare il suo amante. C’è chi racconta d’averla vista prona nell’atto di pettinarsi i lunghi capelli. - Figlia di Germanico e di Agrippina maggiore (15 - 59 d. C.), era sorella dell'imperatore Caligola; moglie di Gneo Domizio Enobarbo (da cui ebbe Nerone), quindi dell'imperatore Claudio, al quale fece adottare il figlio; ebbe grande prestigio nella corte di Claudio, valendosi dell'aiuto di Burro e di Seneca. Riuscita nell'intento di porre sul trono il figlio Nerone, solo per breve tempo seppe controllarne la volontà; acceso il dissidio per la rivalità di Atte e di Poppea Sabina, fu uccisa a Baia da un sicario di Nerone.

ACCOLTELLATO DI RIO MELO 
Pomte romano sul Rio Melo
Sulle rive del Rio Melo (nel riminese) è possibile imbattersi in una figura maschile che indossa strani abiti del ‘700. In una stradina che costeggia il corso d'acqua, si racconta infatti che secoli addietro sia stato accoltellato un uomo. C'é chi assicura di averlo visto mentre andava in bici costeggiando il Rio. Un improvvisa apparizione: un uomo venuto dal nulla che non fu possibile evitare di investire. Soccorso dall'involontario investitore si rialzò e senza dire niente svanì nel nulla lasciando però il tempo al malcapitato ciclista di fissare alcuni dettagli: l'investito indossava una camicia antica e ben visibile dietro la  schiena grosso strappo dagli orli sporchi di rosso

BALDACCIO D’ANGHIARI
Anghiari (Ar). Lo spirito del condottiero Baldaccio D’Anghiari compare ogni cinquant’anni il 6 settembre per l’esattezza nel Castello de’ Sorci. Quando era capitano generale delle fanterie dellostato fiorentino, Baldaccio denunciò Bartolomeo Orlandini per aver abbandonatoil castello di Marradi davanti alle truppe del Piccinino. Diventato Gonfaloniere di Giustizia, l’Orlandini si vendicò dell’affronto subito. Il 6 settembre1441 lo convocò a Palazzo Vecchio e lo fece uccidere a tradimento. Baldaccio d’Anghiari (Baldaccio Bruni, Baldaccio da Citerno) figlio di Piero di Vagnone Bruni, nacque a Ranco, presso Anghiari intorno al 1400. Era un valoroso condottiero, uomo capace e coraggioso. Machiavelli lo definisce: “uomo di guerra eccellentissimo, perché in quelli tempi non era alcuno in Italia che di virtù di corpo e d’animo lo superasse; ed aveva intra le fanterie perché di quelle sempre era stato capo, tanta reputazione che ogni uomo estimava con quello in ogni impresa e a ogni sua volontà converrebbono”. (tratto dal volume "Il dizionario dei Fantasmi" in rifacimento di A.Ghedina)

GLI ANGELI DI MONS
I versi di Joyce Kilmer, poeta che prestò servizio suicampi di battaglia francesi durante la I° Guerra Mondiale, esprimono losgomento e l’impotenza di chi, sepolto fino alla cinta nel fango, trascorrevale proprie giornate nella speranza che una raffica improvvisa non lospazzasse via. Verdun, Somme, Ypres, Passendale, Cambrai i luoghi neiquali caddero in migliaia per la conquista di pochi metri di terreno. AncheMons figura nel triste elenco. Qui però é legato un caso che ancor oggi érimasto insoluto. Il 26 agosto 1914, il corpo di spedizione britannico sconfittoa Mons si trovava soverchiato dalle forze tedesche molto più numerose.La situazione era disperata: ogni via di fuga preclusa in più un’unità dicavalleggeri del Kaiser Federico Guglielmo sbarrava loro la ritirata. Sgomenti,i militari, attendevano che i tedeschi sferrassero il colpo finale. Eraquestione di poche ore, minuti forse. Quando tutto sembrava perduto, lacavalleria tedesca uscì precipitosamente di scena: i cavalli presero ad imbizzarrirsiimpennandosi sulle zampe posteriori rifiutando di muovere unsolo passo. I britannici riuscirono a riorganizzarsi ed ebbero salva la vita.Il miracoloso evento rimase a lungo privo di ogni spiegazione aprendo una delle pagine più curiose del conflitto. Arthur Machen, scrittore di horror,amico di Yeats e Aleister Crowley (erano membri della società di magia neradell’Ordine Ermetico dell’Alba d’Oro) firmò un articolo sull’Evening. (tratto dal volume "Il dizionario dei Fantasmi" in rifacimento di A.Ghedina)
 ABUFINA DEL FIUME 
- FANTASMA D'AMORE -

Nel Castello di Grottole (Matera) vaga lo spettro di Abufina, fidanzata di Slepino, guerriero agli ordini del Conte di Chiarodimonte. Abufina, per raggiungere il suo amato, guadando un fiume fu sorpresa dalla forte corrente ed annegò. Abufina è stata la più bella e la più sfortunata ragazza della zona vittima della sua grande storia d'amore. La giovane, ricamava seduta accanto alla finestra del torrione, (bianca nelle carni come latte e fulva come la messe quando è sul punto di essere mietuta)…, pensava al suo amore, Slepino, che combatteva in terra lontana…. Uno scalpitio di cavallo catturò la sua attenzione, era un messo con un plico nel quale era scritto: "Vieni, Abufina, vieni da me; io che ammazzo i nemici, a me ammazza l'amore ; vieni, Abufina, vieni da me, con te sola al castello di Grottole sol tornerò; fà presto, fà presto...". Abufina partì, ma ahimè, il bianco cavallo, nel guadare il fiume Basento, s'impennò, e lei venne travolta dai vortici del fiume. Il signore del Castello, per onorare la memoria della fanciulla morta per andare incontro al suo amore, fece murare le porte d’ingresso delle stanza dove era solita passare il suo tempo in attesa e vi collocò una lapide (di cui era possibile vedere fino agli inizi del secolo scorso dei frammenti) con una scritta: "Ad Abufina la bella, che corse, cui fu dolce questa torre, che fu tua dimora morire d’amore; parli sempre alle genti di te. Ogni amante ti porga un saluto, e si stringa al suo cuore l'amata...". Ancora oggi il Basento, che sonnecchia scorrendo d’estate e d’inverno brontola e il mormorio delle acque tumultuose sembra comporre il nome di Abufina. PS: C'è un concorso indetto dal comune di Grottole 2Da un volto ad Abufina).  
(frantasmi tratti dal volume "Il dizionario dei Fantasmi" in rifacimento di A.Ghedina)

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